La psicologa intervista i ragazzi di famiglie unite e separate (PRIMA PARTE)

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A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma

 

 

Correva l’anno 2000 quando discussi la mia tesi sulla differenza nella modalità di vivere le  relazioni sentimentali in giovani adulti provenienti da famiglie unite e separate. Dopo quasi 10 anni, sfogliando il mio faticoso lavoro, ho deciso di pubblicarne un estratto relativo agli interessanti risultati che emersero dalla somministrazione dell’intervista  Adult Attachment Interview (George, Kaplan, Main, 1984) ai giovani adulti partecipanti alla mia ricerca.

Dalle interviste con i ragazzi di famiglie unite emersero profili di vita piuttosto lineari, rapporti più o meno facili con entrambi i genitori. Le interviste con i ragazzi appartenenti a famiglie separate furono invece più lunghe ed emersero profili di vita decisamente più complessi.

A differenza dei ragazzi provenienti da famiglie unite emergeva praticamente sempre, nelle narrazioni dei figli di genitori separati, la presenza di una figura di attaccamento “supplementare” ai genitori (nonni, zii, nuovi partner) che, nell’arco della vita, aveva rivestito per loro un ruolo genitoriale:

Io c’ho mia madre e c’ho il compagno di mia madre che è come un padre e più di un padre e, ti dico una stupidaggine, se io in futuro mi dovessi sposare…c’è la cosa di portarti all’altare e chi ti porta? Chi ti ha cresciuta, chi ti ha dato l’educazione e io mi farei accompagnare da lui”

“Nonno era sempre presente per qualunque cosa….presente perchè è sempre lo stesso discorso, la figura paterna che non c’era in casa era invece presente in questa casa dei nonni dove io andavo sei giorni su sette”

“Ci sono stati i miei zii, i fratelli di mia madre, con cui ho avuto un rapporto come fossero fratelli maggiori, padri, amici…mi sentivo a mio agio con loro, li sentivo carnalmente vicini” 

 

Dalle interviste di molti giovani figli di genitori separati emerse  poi una più spiccata capacità di essere autonomi e di far conto su se stessi  rispetto ai ragazzi appartenenti a famiglie unite: “Posso dire, per certi versi, di essermi fatto da solo”

“Penso che tutta questa situazione mi abbia fatto grande prima”

“Mi hanno insegnato a 13 anni a camminare da sola e ci continuo…ho imparato a camminare da sola e a cavarmela da sola in ogni tipo di situazione”

“La separazione dei miei genitori mi ha portato a crescere prima del tempo, a maturare ed essere responsabile”

 

 

Fu poi particolarmente interessante analizzare la concezione della “famiglia nei ragazzi figli di coppie separate; molti dichiararono espressamente e in maniera sentita di avere voglia di creare una loro famiglia unita e di credere in essa:

Tengo molto alla famiglia, tengo molto a farmi una famiglia mia, non vedo l’ora di avere un figlio mio”

“Ho imparato quello che può essere il senso di una famiglia unita, cioè uno quando la cerca impara, cioè penso che se dovessi avere una mia famiglia cercherei di tenerla unita in questo senso, e anche il sacrificio per la famiglia stessa”

“L’importante è che qualsiasi esperienza di vita ti dia qualcosa per poi migliorare in futuro quindi spero di essere fortunata abbastanza per trovare la persona che condividerà i miei punti di vista e mi aiuterà a costruire qualcosa di positivo”

“Il sogno che la mia famiglia sia una di quelle nella quale si invecchia insieme, si crescono i figli insieme, in cui un po’, se uno esaspera la situazione, la famiglia del Mulino Bianco…… “

 

 

Dalle interviste dei giovani di famiglie separate emergeva che il divorzio dei genitori non era stato vissuto tanto come un trauma quanto piuttosto come una fase di “riorganizzazione” della loro vita:

“La separazione quando c’è stata e il fatto che mio padre si sia rifatto una famiglia sono stati più che momenti traumatici momenti di cambiamento, delle tappe che mi hanno portato comunque ad essere consapevole che la mia famiglia  non era la famiglia con mamma, papà, fratelli…..”

“La separazione dei miei…traumatica nel senso di un cambiamento nella mia vita, non di un vero e proprio trauma, non mi hanno traumatizzato”

“Possiamo parlare del divorzio ma non lo definirei tanto trauma quanto piuttosto cesura comunque, come cambiamento nella mia vita, non proprio un trauma, un avvenimento che ha comportato una riorganizzazione

 

 

Fine Prima parte

 

 

 

 

La Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma, riceve privatamente su appuntamento

Per contatti:

https://psicologoinfamiglia.myblog.it/list/contatti/contatti.html

 

One thought on “La psicologa intervista i ragazzi di famiglie unite e separate (PRIMA PARTE)”

  • nn tt anno la fortuna di avere dei familiari cosi carnali e si nota che una divisione che dovrebbe dispiacere x loro e come ci guadagnassero qualcosa a godere boooooooooooooooo

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