L’amore simbiotico: quando aggrapparsi all’altro annega l’amore

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma

 

 

L’amore viene costantemente associato all’idea di fusione, di “diventare una cosa sola”. Nell’ottica di questo pensiero concetti come quello di “essere autonomi”, “essere lontani”, “distanziarsi”, appaiono l’esatto contrario dell’amore e sono vissuti come una minaccia per il rapporto.
Al contrario l’amore simbiotico è la vera minaccia per la relazione di coppia. L’amore è destinato a svanire quando il rapporto si trasforma in una prigione in cui si pretende che uno dei due soggetti o entrambi rinuncino al loro Essere.

All’interno di una relazione di coppia è fondamentale che gli individui siano autonomi. Con il termine “autonomia” intendiamo “la capacità dell’individuo di autodirigersi e di autoregolarsi”.

Come sottolinea lo psicoterapeuta N. Branden (2010) “le persone autonome sanno che gli altri non esistono solo per soddisfare i loro bisogni e accettano il fatto che per quanto amore e affetto possa esistere tra due persone, ciascuno di noi è il solo responsabile di se stesso. Le persone autonome sono pronte per vivere un amore sano poiché sono cresciute e non vivono se stessi come ‘bambini smarriti in attesa di essere salvati’. Non hanno bisogno del permesso di nessuno per essere quello che sono e il loro ego non è continuamente in gioco”.

Perché è importante un buon grado di autonomia nella relazione di coppia? Perché quando subentrano delle difficoltà le persone non autonome tendono a trasformare i problemi e le difficoltà in prove del rifiuto in cui si sentono vittime, prove del fatto di non essere veramente amate. In questo modo anche piccole difficoltà possono diventare grandi conflitti.

Le persone autonome viceversa hanno una grande capacità di assorbire i colpi, di non lasciarsi ferire da piccole difficoltà. Inoltre rispettano il bisogno del partner di seguire la sua strada, di stare da solo, di avere uno spazio indipendente dalla relazione. Le persone autonome in una relazione non sentono sempre  la necessità di essere al centro della scena, non chiedono continue attenzioni, non vanno in ansia quando il partner è distratto da altre situazioni: sanno lasciare questa libertà a se stesse e alle persone che amano.

L’amore romantico tra un uomo e una donna che hanno raggiunto un buon grado di autonomia personale è destinato a crescere. Al contrario tende a svanire quando le persone sono immature: aggrapparsi l’uno all’altra in preda al panico annega l’amore.

Secondo Branden (2010) quando gli individui non sono ancora maturi da aver accettato il dato di fatto dell’umana solitudine, quando ne hanno paura e cercano di negarla tendono a sovraccaricare la relazione sentimentale con una dipendenza dall’altro poco sana che tende a soffocare il partner. Quando due essere umani maturi e responsabili s’innamorano riescono a vivere a pieno l’amore poiché l’altro non è visto come mezzo di salvezza, queste persone sono in grado di riconoscere che, per quanto possa essere forte il sentimento, nessuno di noi è solo “uno che ama” : siamo tutti individui in evoluzione con il diritto ad un proprio spazio personale indipendente dalla relazione.

Secondo N. Branden (2010) “L’amore romantico  è per gli adulti, non per i bambini. Non è per i bambini nel senso letterale del termine, e nemmeno in quello psicologico: non è per chi, a qualunque età, vive ancora se stesso come un bambino”.

 

Riferimenti bibliografici:

N. Branden (2010). “La psicologia dell’amore romantico”. Milano, Edizioni Corbaccio.

 

 

2 thoughts on “L’amore simbiotico: quando aggrapparsi all’altro annega l’amore”

  • Buonasera, sono approdato per caso su questo blog, ricercando su google i termine “amore e sofferenza”. Credo che anche un concetto breve, ma “diretto” come quello espresso in questo post possa far riflettere. Soprattutto chi ha bisogno di riflettere perchè vive una sofferenza “in acuzie”. A presto

    Maurizio

  • Io purtroppo non riesco a vivere il concetto di simbiosi come negativo. Non riesco a vedere il problema dell’ instaurare una simbiosi. La natura stessa in moltissimi casi la utilizza e con risultati grandiosi. Io credo che sia più una impossibilità dovuta ad una forte connotazione egocentrica e individualistica che caratteriza la società. Simnbiosi non è per nulla annullarsi, ma chi l’ha detto. Simbiosi è accettare il mondo dell’altro per quanto diverso e non solo capirlo sapendo che nell’altro c’è un universo da esplorare, ma arrivando a vivirlo inglobato al nostro. E poi il fatto della distanza che rafforza il rapporto….ma dove!!! state lontani dal cibo vediamo cuanto vi sfamate, o meglio ……distanti dall’aria.
    Bhe se poi con tutto questo volete giustificare che un rapporto di coppia è un bene sacrificabile e di minor valore no ho nulla da discutere, ma modellizare in termini astratti un rapporto amoroso in questi termini mi pare comodistico. Amate simbionticamente senza paure, e senza tanti scrupoli. Create un essere unico sta li la magia, no nel mantenere i confini per paura di coa? di anullarvi? bhe questo dipende se avete conosciuto la persona ideale per una simbiosi ovvio. Ammetto l’alto rischio di farlo con chi non è idoneo, ma se avete la fortuna di incontrarlo ben venga, fatelo e se poi questo essere a cui vi fonderete, si voglio usare la parola fondersi, è molto diverso da voi sara il momento in cui davvero capirete cose che prima non avreste nemmeno pensato di volr conoscere. E un rischio ma ne vale la pena. E ricordate che simbiosi non è annullamento, è la coscienza che il bene dell’altro equivale al vostro bene e viceversa, solo esteso a tutti i momenti di vita insieme, e’ consapevolezza che nell’altro risiede un mondo che dovete intendere capire accompagnati da chi amate, come voi sarete ciceroni per il vostro simbionte. Se poi siete pigri e non volete vivere nel mondo di chi amate, in primo lugo non vedo amore, in secondo avete un gran problema nei confronti di ciò che vi è sconociuto.

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