A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale a Roma
Chi l’ha detto che le feste portano solo felicità e allegria? Non è assolutamente vero. Diceva lo scrittore Giorgio Manganelli “L’infelicità del Natale è un’infelicità elusiva, viscida, serpentesca, e insieme calamitosa. Sembra di vedere tutte le imperfezioni della propria vita e il fatto che ciò capiti in un periodo che invece, sin da bambini, si è stati educati a vedere in modo magico provoca uno stridente e inappropriato senso di colpa. Le festività e le ricorrenze scandiscono le stagioni da sempre, rimandando un’immagine idilliaca e buonista, di “letizia forzata”, che spesso non ci appartiene, provocando l’insorgenza di sentimenti di tristezza e di umore depresso. Abbiamo l’amara sensazione di dover scattare una specie di fotografia psicologica e affettiva che costringe al confronto e alla differenza fra ciò che dovremmo essere e non siamo, che dovremmo provare e non proviamo”.
Le parole dello scrittore milanese ci fanno riflettere che Natale non è solo stelle rosse e pacchetti luccicanti; per molti il Natale a volte non è proprio una festa e, anzi, i tanti sorrisi e gli auguri di felicità possono addirittura infastidire chi dentro sé stesso non trova la minima traccia di un’emozione positiva.
Essere infelici a Natale ci sembra un paradosso: ci fa sentire in colpa, sembra ingiusto, un tradimento del comune sentire e gioire. Ci dispiace rovinare la festa agli altri, ma spesso non riusciamo a nascondere questo stato d’animo. Negli altri giorni i sentimenti tristi sembrano meno continui e tollerabili. E’ proprio il contrasto con l’ideale perfetto della ‘felicità natalizia’ che rende in questi giorni più aspra la pena.
Le festività natalizie sono considerate senza dubbio un evento stressante da un punto di vista clinico, che talvolta esita nella cosiddetta “depressione natalizia”, una tristezza profonda che ci coglie prima, durante e dopo le festività.
Il Natale, festeggiamento collettivo del bene e celebrazione dell’amore assoluto, può amplificare il personale vissuto del dolore, della perdita, dell’abbandono, renderlo più acuto, più intenso. La solitudine potrebbe disegnare confini più marcati tra noi e gli altri che appaiono felici.
Sin dal primo famoso articolo apparso nel 1981 sugli Archives of General Psychiatry, dal titolo significativo di ‘Christmas and psychopathology’, si è descritto il cosiddetto ‘Christmas Effect’, che provoca un aumento dei ricoveri e delle richieste di aiuto per motivi psicopatologici. In particolare disturbi depressivi e disturbi alimentari psicogeni soprattutto per donne ed anziani.
Più spesso la depressione di Natale è di breve durata, da pochi giorni a poche settimane ed in molti casi passa quando le vacanze sono finite e si ritorna alla routine quotidiana.Qualcuno però va oltre e finisce per passare dall’infelicità, sentimento comunque normale, alla depressione clinica. Ci sono molte cause per questo tipo di disturbo dell’umore che può diventare una vera depressione, con sintomi che sono gli stessi della depressione clinica.
Quali fattori possono contribuire alla depressione di Natale?
– Aumento dello stress
– Fatica
– Aspettative non realizzate
– Vulnerabilità biologica alla stagione ed alla scarsa irradiazione solare
– Difficoltà a stare con la famiglia
– Ricordi di celebrazioni passate
– Pressione sociale per i consumi eccessivi
– Cambio della dieta
– Cambiamenti nella routine quotidiana
I sintomi più comuni della depressione da festività sono:
– Mal di testa
– Disturbi del sonno
– Cambiamenti nell’appetito causati da perdita o aumento di peso
– Agitazione o ansia
– Sensi di colpa
– Diminuzione della capacità a pensare chiaramente o a concentrarsi
– Soffrire per coloro che mancano e non riuscire a godere della presenza e dell’affetto di chi ci è vicino
– Abulia, incapacità di divertirsi e di condividere la gioia con gli altri
– Aumentata litigiosità per motivi futili, facilità al pianto
– Diminuzione dell’interesse in attività che normalmente portano piacere come: cibo, sesso, lavoro, amici, hobby e divertimenti
– Tristezza persistente, ansia, ma soprattutto senso di “vuoto”
– Pessimismo, sfiducia nel futuro
Talora queste sensazioni accompagnano tutto il periodo, per poi svanire finite le festività, altre volte proseguono anche dopo e possono anche aggravarsi. In questi casi è necessario chiedere un aiuto specialistico.
In conclusione ci chiediamo: come è possibile difendersi dalla depressione da feste? Ecco qualche utile suggerimento:
– Impariamo ad accettare il fatto che non siamo davvero obbligati a professare felicità: se stiamo vivendo un momento difficile non possiamo obbligarci ad essere felici, piuttosto dobbiamo prenderci spazio e tempo per esprimere il nostro dolore, non per negarlo
– Condividiamo questi vissuti con altre persone care: senza vergognarci, paliamo di come ci sentiamo. Questo consentirà di superare quel sentimento di solitudine che alimenta ulteriormente la tristezza e di normalizzare l’emozione provata. Insieme ad altre persone, inoltre, è possibile trovare maggiori modalità di superarla in maniera efficace.
– Stiamo attenti agli eccessi: mangiare o spendere eccessivamente. In particolare freniamo la compulsione da shopping che è sempre un’arma a doppio taglio: compensatoria ma potenzialmente depressiva, se non fatta nella giusta misura; molte persone non possono spendere quanto vorrebbero per i regali, o spendono più di quanto realmente possono. Questo è un fattore potenzialmente depressivo
–Cerchiamo di non indugiare troppo in ricordi di celebrazioni passate, che inevitabilmente portano al confronto perdente o alla malinconia
– Non stravolgiamo i nostri ritmi abituali: Non cercate di fare più cose di quelle che potete fare, tenete il vostro ritmo. Prendetevi il vostro tempo, organizzate delle pause per recuperare e rilassarsi
– Non isoliamoci: se ci sentiamo soli possiamo provare ad aiutare chi potrebbe avere bisogno di noi: sono moltissime comunità che organizzano il Natale per i poveri, per i malati, per i bisognosi. Partecipare ad un progetto di questo tipo potrebbe nutrire il nostro spirito e farci sentire davvero parte di un gruppo che vive il senso della solidarietà, non scartando regali ma avvicinandoci agli altri
– Cerchiamo di evitare il ‘Post Cristhmas let-down’, cioè le crisi del dopo Natale con programmi adeguati: non rimanete privi di progetti, può favorire la melanconia
– Facciamo attenzione a non formulare propositi di cambiamenti drastici dopo Capodanno: del tipo parto volontario in Africa o trovo l’uomo della mia vita…ma poniamoci degli obiettivi realistici da raggiungere gradualmente
– Facciamo attività fisica all’aria aperta: nonostante il clima e soprattutto nelle ore di luce (va bene anche fare lunghe passeggiate)
– Cerchiamo di capire quali possano essere i motivi veri della forma depressiva, utilizzandola come una risorsa per individuare un punto da dove partire per lavorare su di sé. Se i nostri vissuti di depressione proseguono anche dopo le festività e sentiamo di vivere un disagio che non riusciamo più a gestire da soli non vergogniamoci a chiedere l’aiuto di uno psicologo
Elena Brescacin says:
Salve,
letto tutto
ho già espresso il mio parere sul Natale, su facebook. In sintesi, una festività disgustosa e veicolo di ipocrisia, che ha perso il suo significato originale che è quello religioso. Ovviamente, a eccezione di tutte quelle famiglie e persone che riescono a viverlo nel suo significato originale senza farsi influenzare negativamente da nulla.
Io personalmente ho sempre odiato il natale, son passata anni che quando iniziava dicembre piangevo sempre, ero sempre per terra, non mi interessava un tubo di niente…
e tutto perché appunto il natale mi disgustava e non avevo voglia di viverlo. mi faceva male come se stessi mangiando qualcosa per forza.
Ora non mi fa più provare questo tipo di sensazioni per un motivo molto, ma molto semplice. Perché ci ho ragionato e mi son detta: vuoi che il natale non ti condizioni? Non ti ci far condizionare.
Mi son domandata: dove diavolo sta scritto che a natale bisogna esser più buoni e felici solo perché è natale? Chi lo ha detto? Chi lo ha stabilito? NESSUNO. quindi, tutti per prevenire la tristezza da natale, dovrebbero almeno provare a ragionare in modo diverso: semplicemente, vivitela come ti vivi tutti gli altri giorni dell’anno. se sei contento sii contento ma se ti girano, ti possono girare pure il giorno di natale e chi se ne frega non è colpa di nessuno, perché di fatto, se tutta la città o tutta italia mette le lucine sull’albero e le stelline, se tu non hai voglia di farlo, non lo devi fare perché nessuno vien là con la pistola a obbligarti.
Io non riesco a sentirmi in colpa di nulla, santo paradiso.
La prendo in questo modo: il pomodoro e il caffè sono ingredienti diffusissimi nella cucina italiana. A me non piacciono, disgustano. Devo sentirmi in colpa o discriminata perché tutta italia mangia pomodoro e beve caffè e io no?
Assolutamente non è così… e allora perché dovrei sentirmi in colpa per non festeggiare il natale come gli altri vorrebbero? Gli altri facciano quel che vogliono. Io sono io.