Curare gli Attacchi di panico con la psicoterapia cognitivo comportamentale

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

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L’attacco di panico è quel disturbo caratterizzato da un episodio acuto d’ansia, accompagnato il più delle volte da una serie di sintomi fisici e da pensieri catastrofici.

L’attacco ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (di solito 10 minuti o meno) e non dura, in genere, più di una ventina di minuti: un breve periodo in cui il disagio è molto intenso e può cambiare la vita di chi lo vive. La breve durata degli attacchi, la loro intensità e la loro intermittenza ne permette la distinzione da una condizione di “ansia generalizzata”, che invece si manifesta con sintomi d’ansia piuttosto continui, anche se di entità meno grave.
Una persona ha un attacco di panico quando diventa in breve tempo molto spaventata o ansiosa in una situazione in cui la maggior parte delle persone non proverebbe paura o malessere.
Quando gli attacchi di panico si ripetono frequentemente, condizionando e limitando la vita delle persone che ne soffrono, possiamo parlare di una condizione di “disturbo di panico”.

Durante l’attacco di panico si possono avere i seguenti sintomi:

– Respiro affannoso
– Palpitazioni
– Vertigini o giramenti di testa
– Formicolii alle mani o ai piedi
– Senso di costrizione o dolore al torace
– Sensazione di soffocamento o mancanza d’aria
– Sentirsi svenire
– Sudorazione
– Tremori
– Vampate di caldo o di freddo
– Bocca secca
– Nausea o nodo allo stomaco
– Debolezza delle gambe
– Visione annebbiata
– Tensione muscolare
– Impressione di non riuscire a pensare chiaramente o parlare
– Impressione che le cose intorno non siano reali
– Paura di morire, di perdere il controllo, o di comportarsi in modo bizzarro

Perché un episodio sia diagnosticabile come attacco di panico devono essere presenti almeno 4 dei sintomi elencati qui sopra.

 

 

Ma vediamo come è possibile curare una persona affetta da attacchi di panico. Come attestato da diversi studi empirici, attualmente la psicoterapia più efficace per gli attacchi di panico è quella cognitivo-comportamentale.

Tale forma di psicoterapia si basa sul presupposto che, durante un attacco di panico, la persona tende ad interpretare alcuni stimoli esterni (es. code nel traffico, luoghi chiusi, luoghi aperti) o interni (es. tachicardia, sensazione di svenimento, confusione mentale) come il segnale di un’imminente catastrofe; tali interpretazioni, spaventando la persona, scatenano l’ansia, con i relativi sintomi mentali e fisici.

Si tratta di una psicoterapia breve in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema e, insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali, nell’intento di spezzare i circoli viziosi del panico.

I sintomi dell’ansia possono essere interpretati come il segnale di un imminente infarto, per cui si possono fare pensieri del tipo “Sto per avere un infarto!”, “Sto per morire!”; in questo modo l’ansia può crescere fino a sfociare in un vero e proprio attacco di panico.

La terapia cognitivo-comportamentale interviene su ognuna delle aree dove agisce il panico: sintomi fisici, pensieri disfunzionali e comportamento.


SINTOMI FISICI: Uno dei primi obiettivi della terapia cognitivo comportamentale sarà aiutare il paziente a capire che gli sgradevoli sintomi fisici che prova durante l’attacco di panico (tachicardia, respirazione affannosa, sudorazione, sbandamento, nausea, disturbi addominali) non sono pericolosi bensì sono solo una conseguenza dell’ansia.: il paziente impara a capire che nulla di quello che si teme quando attua i tipici “pensieri catastrofici” accadrà veramente. Questa consapevolezza aiuta a interrompere il circolo vizioso dell’ansia ed evita un peggioramento delle sensazioni fisiche spiacevoli. Inoltre il terapeuta può insegnare al paziente tecniche mirate (rilassamento, controllo della respirazione, ecc.) grazie alle quali il paziente impara a fronteggiare le spiacevoli sensazioni fisiche dovute al panico.

 

ANALISI DEI PENSIERI DISFUNZIONALI: Al paziente si insegna ad individuare i pensieri disfunzionali legati alle situazioni che causano l’attacco di panico e poi a valutarli con oggettività: sono pensieri realistici o realmente preoccupanti?

Il paziente imparerà gradualmente come l’attacco di panico sia dovuto ad un errore di “interpretazione” delle sue sensazioni, percepite
come dannose. Le convinzione errate che stanno alla base del circuito disfunzionale del panico sono quelle che ci si trovi in pericolo di vita, che si possa perdere il controllo delle proprie azioni o magari impazzire. Quando si giunge a comprendere che queste credenze sono errate, il paziente si tranquillizza e riesce a gestire in modo più funzionale la sintomatologia.

AZIONI E COMPORTAMENTO: Gradualmente si porta il paziente a ridurre le “situazioni” evitate a causa del timore degli attacchi di panico. Si comincerà da quelle più facili, per passare via via a quelle più “paurose”. Il paziente potrà così rendersi conto, direttamente e in prima persona, che esse non costituiscono un pericolo oggettivo per la sua incolumità. Questo è uno dei modi più efficaci per riuscire ad affrontare le proprie paure e riappropriarsi della propria vita.

 

 

One thought on “Curare gli Attacchi di panico con la psicoterapia cognitivo comportamentale”

  • Buongiorno Dott.ssa Saccà,
    le scrivo per richiedere un suo consulto, se possibile.
    Mio marito da circa un anno e mezzo, ha cominciato a soffrire di attacchi di panico e ansia, il tutto che si ripercuote sulla nostra famiglia avendo due figlie piccole.
    Per 8 mesi ha fatto una cura di farmaci, prescritta da uno psichiatra. Nello stesso tempo, ha cominciato una terapia da uno psicoterapeuta, che tutt’oggi, ancora continua.
    Durante la cura farmacologica, ci sono stati miglioramenti purtroppo finiti, appena 3 mesi dopo la cura.
    Di nuovo è sprofondato nell’ansia e negli attacchi di panico, per lo più seguiti anche da depressione.
    Lo psicoterapeuta che lo segue, basa tutto il suo malessere sui problemi di coppia… è vero che a volte si fà finta di non vedere, ma onestamente, noi abbiamo gli stessi problemi che hanno tutte le coppie odierne… vita frenetica, impegni, famiglia, bambini e poco tempo per noi, può una vita di coppia insoddisfacente creare queste ansie?
    E poi, penso che lo psicologo non lo stia aiutando affatto… la sua non è una terapia cognitivo comportamentale, parlano e basta!
    Possibile che in un anno e mezzo, non si è riusciti a risolvere il problema, se non apparentemente con i farmaci?
    Volevo chiederle, se la terapia cognitivo comportamentale quanto riesce ad essere positiva sui pazienti?
    Eventualmente, lei potrebbe seguire mio marito? Noi siamo della prov. di Roma (Ciampino).
    La ringrazio!

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