A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
Il 6 Aprile 2009 il terremoto dell’Aquila ha colpito non solo le case ma anche le “strutture psicologiche portanti” delle persone.Il terremoto (come altri disastri naturali) agisce su aspetti profondi e importanti delle persone, distrugge ciò che, oltre ad essere un bene economico, ha per noi un significato fondamentale: la casa, intesa come rifugio, luogo sicuro, un luogo da dove partire e dove tornare. Le persone si ritrovano all’improvviso sotto l’attacco di qualcosa che non possono gestire e senza punti di riferimento. Vanno dunque aiutate non solo materialmente nella ricostruzione, ma anche in una ricostruzione di una “casa” sicura interiore, di quel rifugio interiore che è andato perduto. Superata l’iniziale fase di emergenza rimane un lungo lavoro di elaborazione dei vissuti sarà necessario ai superstiti del terremoto per ritrovare, ciascuno a suo modo e secondo la propria struttura psichica, quella base di serenità che consente di riprendere a vivere. Dunque ad una ricostruzione materiale dovrà affiancarsi una psicologica. Come i tecnici dovranno ricostruire le case, così gli psicologi dovranno aiutare le persone a ricostruire le proprie strutture interiori, che risultano anch’esse lesionate.
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