“Sono gay”: come dirlo ai genitori

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

 

 

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Oggi mi occuperò di un tema delicato ma molto importante: come, se e quando comunicare ai genitori la propria omosessualità.

Purtroppo ancora troppi ragazzi gay hanno timore nel confessare ai propri genitori il loro orientamento sessuale perché temono di “ferirli” o di non essere accettati.

Dirlo o non dirlo?

Preciso che non esiste una decisione più giusta di un’altra ma ognuno deve sentirsi a proprio agio con la scelta che fa. Questo articolo di certo non vi dirà cosa fare ma si limiterà ad offrire qualche utile spunto di riflessione in merito al tema.

Quando dirlo:

Non esiste un momento giusto che vada bene per tutti, ognuno conosce le proprie dinamiche familiari. In ogni famiglia esistono generalmente  momenti o  circostanze particolarmente adatti per comunicare. Ed è importante sfruttare questi momenti.

Come evidenzia la Dott.ssa V.M. Borella, psicologa e autrice del bellissimo testo ‘Volti familiari, Vite nascoste’ (Franco Angeli, 2001) possono esserci anche delle valide ragioni per non dirlo:

      I vostri genitori hanno divorziato recentemente.

     Siete minorenni, conoscete la mentalità dei vostri genitori e sapete con certezza che correte il rischio di essere buttati fuori di casa. Oltretutto non avete ancora un lavoro ne un’indipendenza economica.

   I genitori sono troppo vecchi o molto religiosi per cui sapete a priori che non accetteranno mai la vostra omosessualità.

     Non ne sentite il bisogno e convivete bene con questo aspetto della vostra identità senza rendere per forza partecipe la vostra famiglia.

     Forse è meglio dirlo solo a uno dei due, quello con cui avete maggior confidenza.

Perché dirlo:

Ognuno è libero di decidere della sua vita e ognuno è libero di rivelare o meno il proprio orientamento sessuale. La decisione va presa in funzione di come si convive con tale ‘segreto’. In genere finchè non si è liberi di essere totalmente se stessi si vive male, si sotterrano sentimenti ed emozioni. La rimozione di una parte importante di se come la propria identità sessuale può comportare gravi disagi psicologici quali depressione, stati d’ansia fino ad arrivare anche a conseguenze estreme come il suicidio. Recitare una vita che non ci appartiene può comportare pesanti conseguenze sul benessere psicologico ecco perché è necessario ‘confessare’ (naturalmente quando si è pronti) la propria verità.

Come dirlo:

Non vi è una regola valida per tutti, ma solo alcuni buoni consigli. Una prima cosa che bisogna decidere è se dirlo a entrambi i genitori, oppure a uno solo di loro. Vediamo ora le varie modalità:

Il faccia a faccia (confronto diretto a voce)

Se i genitori sospettano già qualcosa potrebbero chiedervi se siete gay o lesbica e questo potrebbe avviare la discussione in maniera più pacata.

La maggior parte di lesbiche e gay dice ai genitori : “Mamma, papà, penso di essere gay/lesbica”. Un buon approccio include anche una condivisione dei proprio bisogni e sentimenti: “è da molti anni che so di essere lesbica/gay, ma ho sempre avuto una certa paura a parlarne con voi. Da un lato non volevo urtarvi, dall’altro avevo troppa paura di non essere capito. Spero che questo non succederà perché non è cambiato niente rispetto a quello che provo per voi”.

Un altro importante suggerimento è quello di non usare metodi indiretti buttando qua e la commenti circa l’omosessualità durante altri discorsi. I genitori potrebbero non fare alcun collegamento e non capire che si tratta di voi.

Prezioso anche non utilizzare frasi negative del tipo: “Mamma, papà, ho qualcosa da dirvi che vi portà dare fastidio e farvi arrabbiare”. Ma frasi positive: “Mamma, papà, ho aspettato a condividere qualcosa con voi perché è molto importante per me e perché anche voi siete molto importanti per me”.

Scrivere una lettera

Se siete bravi nella scrittura e riuscite a esprimere meglio i vostri sentimenti tramite lo scritto potreste pensare anche a scrivere una lettera ai vostri genitori.

Telefonate – Sms – Social Network

Il telefono è un mezzo di comunicazione troppo freddo per parlare di una cosa così delicata, si sente solo la voce e non si vede in viso l’interlocutore. Idem per quanto concerne il computer.

Se abitate distanti dalla vostra famiglia aspettate, avrete di certo l’occasione per comunicare a voce. Nel frattempo documentatevi, siate pronti a ogni possibile risposta, acquistare dei libri o procuratevi del materiale informativo sull’argomento da suggerire ai vostri genitori (alla fine di questo articolo verranno segnalati siti utili al riguardo).

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E dopo averlo detto…

Siate pronti ad affrontare le loro reazioni

Non spaventatevi rispetto a una prima reazione negativa, che è naturale. Generalmente le prime reazioni dei genitori di solito sono negative ma nella maggioranza dei casi con il tempo si arriva alla accettazione e al dialogo.

Ricordate loro che siete sempre la stessa persona di cui conoscono qualità e difetti, la stessa persona che vuole loro molto bene. Spiegate loro che essere lesbica o gay non è una questione che riguarda solo il sesso ma anche la sfera affettiva e sentimentale; che non si tratta di una scelta, come a qualcuno piacerebbe credere ma di qualcosa che fa parte di voi e sulla quale non avete alcun controllo; che non deriva da condizionamenti subiti da qualcuno o da “errori” dei genitori, così come non deriva da questi fattori essere eterosessuali.

Lasciate loro del tempo per metabolizzare la notizia

Ricordatevi che ai vostri genitori va lasciato un ampio periodo di riflessione. A volte accade che ciò che avete detto venga poi di fatto ignorato o “dimenticato”. Dovete trovare quindi occasioni per parlarne di nuovo, utilizzando le competenze che avete maturato la prima volta. In molte famiglie, dopo lo shock della notizia si passa ad una sorta di clima in cui “lo sappiamo ma non se ne deve parlare”.


Siti utili:

https://www.agedo.org/

https://www.vabenecosi.org/a_cosa/consigli.asp

https://www.francoangeli.it/Recensioni/1411p32_R1.pdf


Riferimenti bibliografici:

“Volti familiari, vite nascoste”. Vittoria M. Borella, Franco Angeli, 2001

https://www.vabenecosi.org/a_cosa/consigli.asp


 

 

 

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