A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma
Recentemente un’amica mi ha mostrato il famoso dipinto “La promenade” (‘La passeggiata,’ nella foto) realizzato nel 1917 dal pittore russo Marc Chagall.
Confesso di esserne rimasta colpita ed emozionata. L’immagine a volte arriva più delle parole e in pochi secondi ci regala profonde suggestioni.
Perché sono rimasta così colpita? Perché in questo dipinto è espressa tutta la forza della libertà di amarsi pur essendo differenti.
Agli inizi del ‘900 Chagall già anticipava un concetto importante, quello dell’amore che da libertà e non imprigiona.
La “passeggiata” tra Chagall e la sua Bella dai è un volo tra terra e cielo. E’ il cammino degli innamorati che vivono le due componenti non in contraddizione dell’Amore: quella concreta con i “piedi per terra” e quella spirituale con la “testa fra le nuvole”. L’Amore “terreno” è raffigurato da Chagall che è collocato nel paesaggio campestre e cittadino “della sua terra natia” l’Amore “spirituale” è rappresentato da Bella nel cielo. Due “Amori” non scissi, non divisi, non separati, non differenti ma in simbiosi ed uniti per mano.
Nella recensione inserita sul blog Posturanismo (vedi riferimenti bibliografici) troviamo la seguente descrizione del dipinto:
“Lei è una sognatrice, lui è un concreto. Due personalità che hanno bisogno di entrambi per alimentarsi. Il concreto ha bisogno del sogno per poter capire che esiste un’altra dimensione da cui attingere idee, ideali, pensieri bellissimi. Il sognatore ha bisogno di qualcuno che ogni tanto lo riporti a Terra, non ferocemente ma dolcemente. Il sognatore ha bisogno di capire che se non tocca la terraferma, non potrà mai desiderare nuovamente di librare. Il concreto ha bisogno dei sogni perchè capisce che c’è una via di fuga dall’ordinario e che è giusto prenderla. Capisce che il sogno apre la mente, che la metodicità appiattisce ogni umano viaggio verso ciò che non si vede e che non si può toccare.
La concretezza però, è molto utile per fronteggiare i problemi quotidiani, trovare una soluzione rapida e a volte assolutamente dolorosa. L’onirico, davanti a questa prontezza può spesso dimostrarsi impacciato o forse più lento proprio perchè il dolore, fosse per lui si potrebbe evitare. L’importante è capirsi e non pretendere dall’altro azioni che non gli sono proprie”.
In un’immagine così raffinata e delicata troviamo davvero tanti spunti per riflettere su ciò che l’amore dovrebbe essere. Infatti l’amore ‘sano’ sa contenere la differenza e ne fa ricchezza, perché nello scambio ci si completa a vicenda e si cresce. E la diversità non deve spaventare, soprattutto nell’amore.
Ciò che oggi voglio evidenziare con questo articolo è che di certo non esiste una ricetta per l’amore perfetto (anche se c’è sempre qualcuno che la cerca!) ma e’ fondamentale imparare a ‘stare bene nell’amore’ e dunque cercare un amore sano, che, adattandosi come un vestito al nostro corpo, ci valorizzi ma allo stesso tempo ci lasci la libertà di muoverci e camminare senza aderire troppo alla pelle.
L’amore, quello sano, è insieme leggerezza e concretezza, emozione e razionalità, è l’unione di due esseri liberi che si completano e non si imprigionano, è ‘fondersi senza confondersi’ (come sostiene con saggezza il mio amico Massimo Bisotti).
L’ amore può essere realtà e fantasia. L’amore è testa e cuore che si incontrano e si completano. L’una ha bisogno dell’altro e viceversa.
Sicuramente si può imparare a passeggiare insieme lentamente, senza spingersi, tenendo l’altro per mano e allo stesso tempo lasciandolo libero di realizzarsi come individuo.
L’amore sano è quello che prevede uno scambio equilibrato tra due partners che non si annientano nella loro identità ma si incontrano rispettandosi reciprocamente. Se si vuole bene a un’altra persona è normale che ci si impegni nel sostenerla soprattutto nei momenti più difficili ma è giusto farlo senza annullare ciò che siamo. Se una persona ama in modo sano l’altra non le chiede di rinunciare a se stessa.
Si può imparare a passeggiare uno accanto all’altro, con una mano nella mano del compagno (proprio come nel dipinto) e l’altra libera, pronta ad essere utilizzata per disegnare i nostri progetti e passioni individuali. La nostra missione, se davvero vogliamo imparare ad amare ed essere amati, deve essere quella di creare un ponte tra noi e l’altro che ci leghi ognuno con la sua libertà.
“Lei vola perchè ha bisogno di farlo e lui glielo consente, tenendole la mano quasi a dirle: nella tua libertà c’è sempre un punto di ritorno e questo sono io. Quella mano è un ponte che li lega nella libertà reciproca. E’ una mano che trasmette la fiducia, il desiderio di non perdersi ma di mantenere un contatto, un equilibrio”
L’Amore è… Libertà di passeggiare insieme senza imposizioni, senza precedenze, senza corse, senza spintoni, ma nel rispetto dei due viandanti
Ringrazio Angela per avermi fatto conoscere questo bellissimo dipinto!
Riferimenti bibliografici:
https://posturanismo.wordpress.com/2010/09/06/se-lamore-e-promenade/#comments
https://blog.libero.it/MISERICORDIA/commenti.php?msgid=2430745&id=37106