E vissero felici e imperfette.Essere donna oggi tra doveri, bisogni e desideri

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma


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Nel giorno dedicato alla festa della donna voglio dedicare questo post a tutte le mamme, mogli e lavoratrici che quotidiananamente lottano per fare tutto e farlo bene. Oggi voglio ricordare a queste donne di non dimenticarsi, in questa frenesia , di loro stesse in quanto ‘persone’.

L’indipendenza, l’autonomia e la grande forza interiore permettono alla donna di oggi di rispondere a richieste diverse. Ma questa donna deve ricordarsi di non chiedere troppo a se stessa, rinunciando a desideri e bisogni importanti.

Non è semplice conciliare pubblico e privato e sono poche le fortunate che possono contare sulla collaborazione attiva del proprio partner o di altre figure familiari.

Il prezzo da pagare per far quadrare tutto è una situazione di frustrazione, che può sfociare in disturbi psicosomatici come la sindrome della fatica cronica.

Le donne devono imparare a delegare e a farsi sostenere nei momenti difficili.

Il primo ostacolo delle mamme in carriera è il senso di colpa poichè non sempre si riesce a trovare l’equilibrio giusto tra l’affetto e il tempo da dedicare ai bambini, e gli impegni del quotidiano.

A questo si aggiunge una pressione sociale che considera negativa per il bambino la vita professionale della madre; tutto ciò comporta nelle mamme un vissuto di “inadeguatezza”: si sentono indeguate come madri, approssimative sul lavoro e infine non corrispondenti all’immagine sociale di donne emancipate e moderne alla quale tutte le altre donne sembrano riuscire a corrispondere.

In effetti non è semplice gestire lavoro e famiglia.  Sono poche le fortunate che possono contare sulla collaborazione attiva del proprio partner o di altre figure familiari in questi ambiti. Ancora meno numerose quelle che possono permettersi economicamente di contare su baby sitter o collaboratrici. Altre mamme invece non vogliono delegare a qualcun altro la cura dei propri figli o non accettano di buon grado che una persona estranea si aggiri per la casa in loro assenza.

Il prezzo da pagare per tutte coloro che si assumono unicamente sulle proprie spalle tutti questi oneri contemporaneamente è senza dubbio una stanchezza importante e, a lungo andare, il rischio è quello di sviluppare condizioni di stress durature, che possono sfociare in disturbi psicosomatici, come la sindrome della fatica cronica.

E’ dunque meglio prevenire lo sviluppo di queste condizioni, ridistribuendo i compiti all’interno della coppia  e della famiglia e cercando di ottenere il maggior sostegno possibile dalle risorse disponibili.

Conciliare lavoro e maternità è un’impresa ardua ma non impossibile, ecco alcuni importanti suggerimenti:

 – Imparare a chiedere aiuto al partner: la cosa più importante per le mamme lavoratrici è quella di prendere atto delle proprie difficoltà e della propria stanchezza e dunque lasciarsi aiutare dal partner ai fini della collaborazione nella gestione della casa e dei figli: l’aiuto nei compiti più semplici, come caricare una lavapiatti o andare a prendere il figlio in piscina, si rivela molto importante nella quotidianità.

– Ritagliare uno spazio per sé e per la coppia: concedersi un fine settimana ogni tanto per rilassarsi è un modo per affrontare diversamente la settimana lavorativa. Che si tratti di andare a fare una passeggiata in un parco, magari approfittando della bella stagione, anche portando con sé i bambini, o che ci si voglia concedere un pacchetto in un centro benessere, affidando i figli ai nonni o a persone di fiducia è comunque importante che le mamme lavoratrici si ritaglino uno spazio per sè e per la coppia.

Non sentirsi in colpa nel lasciare i propri figli alle cure dei nonni o di una persona fidata: laddove si può contare sulla collaborazione di altre figure familiari è importante che le mamme imparino a fidarsi e a lasciare i propri figli nelle mani di persone fidate. Inoltre se sono presenti figli maggiori è bene che anche loro siano gradualmente responsabilizzati nei confronti dei fratelli o delle sorelle minori. Questo non significa che essi debbano assumersi una responsabilità educativa nei confronti dei più piccoli, ruolo che deve appartenere chiaramente alla coppia genitoriale, ma determina che possano contribuire ai compiti che sono appropriati per la loro età, soprattutto mentre i genitori sono al lavoro.

Ma l’elemento più prezioso nell’operazione di conciliare lavoro e famiglia si chiama  flessibilità, che significa accettare dei buoni compromessi, sul lavoro e in casa, e soprattutto guardare a sé stesse e ai propri sforzi con indulgenza e affetto.

Le ricerche dimostrano che una mamma realizzata e soddisfatta del suo lavoro trasmette un’immagine positiva ai figli e che le donne che si dividono tra casa e lavoro godono di migliore salute e si ammalano meno facilmente. Inoltre i figli delle madri lavoratrici hanno uno sviluppo psicologico, emotivo e comportamentale del tutto analogo ai figli delle mamme a tempo pieno.

E dunque è giusto per una donna non annullarsi in quanto ‘persona’. Non esisterà mai la “donna perfetta” che riesce a far bene tutto. È importate perciò farsi rispettare e non trascurare le proprie esigenze, e dire no se necessario. In questo quadro anche l’uomo può fare la sua parte, senza farsi spaventare dalla guerriera che ha accanto ma venendole incontro e sostenendola lungo il percorso.

A uomini e donne insieme suggerisco di non vergognarsi delle proprie vulnerabilità e venirsi più incontro. Perché è proprio nelle diversità che l’unione diventa speciale.

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