E’ tempo che uno psicologo entri in famiglia!

Quando abbiamo l’influenza o la tosse, o più semplicemente l’urgente necessità di una ricetta, il medico di famiglia è una figura di riferimento a cui ci si rivolgiamo senza nessun problema. Quando invece ci sentiamo ansiosi o depressi, quando abbiamo delle difficoltà relazionali o problemi sul lavoro, quando ci sentiamo soli o dormiamo male, non sappiamo a chi rivolgerci.

La maggior parte chiede aiuto all’amico di turno; i più “sfortunati” si rivolgono  allo zodiaco o magari ai maghi. Altri, invece, sono costretti al passaparola in cerca di uno psicologo o devono rivolgersi esclusivamente alle ASL. La cosa più triste in tutto questo è che molte persone nemmeno pensano di avere bisogno di aiuto, di rivolgersi a una figura competente che si occupa di questi “sintomi” e si rassegnano all’idea di non poter cambiare.

Perché ci troviamo di fronte questo scenario? Perché la nostra cultura e la nostra società non hanno ancora integrato e, direi, soprattutto, “capito” la figura dello psicologo. Quante volte si sente dire “Io allo psicologo non ci credo”, oppure “Io dallo psicologo? Mica sono matto!”. E intanto giornalmente la sofferenza  psicologica delle persone rimane inascoltata.

E’ tempo che l’ignoranza, la mancanza di cultura psicologica e la scarsezza con cui gli psicologi vengono impiegati nei numerosi contesti che invece ne necessiterebbero, vengano assolutamente contrastate.

Ci sono ormai troppe persone che soffrono, che giornalmente si sentono infelici e che hanno una serie di problemi che impediscono loro di vivere degnamente la vita.

Ci sono molte, troppe persone che ancora si vergognano dei loro problemi e temono di uscire allo scoperto per la paura di essere etichettate o giudicate dagli altri, ci sono molte persone che non riescono ad ottenere l’ascolto di cui avrebbero bisogno e soprattutto diritto, neanche dai cari a loro prossimi.

Credo che sia arrivato il tempo – e gli sconcertanti episodi di cui giornalmente i media ci informano supportano il mio pensiero – di educare ogni individuo, a partire dall’infanzia – a una vera e propria “cura della psiche”, operazione questa sicuramente difficile nella odierna cultura dell’ “apparire” e del “mostrare”, dove pochi di noi riescono ad entrare in contatto con la parte più vera di sè, soffocati da convenzioni, doveri, condizionamenti, e dalla costante paura della perdita.

Se ogni famiglia (nelle sue molteplici accezioni e tipologie) potesse avere a disposizione ogni qual volta ne sentisse il bisogno, uno psicologo, vorrebbe già dire fare un enorme passo avanti.

Uno psicologo in ogni famiglia potrebbe rappresentare un punto di riferimento costante in grado di offrire un sostegno professionale per affrontare i momenti più difficili dell’esistenza.

Informare, prevenire e intervenire sul disagio psicologico prima che possa diventare un serio problema per la persona e per i suoi familiari, rompere il muro di silenzio e di infiniti pregiudizi che ancora ruotano intorno alla figura dello psicologo, ecco la vera missione cui una società civile e soprattutto chi, come me, ha scelto di intraprendere questa professione, non possono sottrarsi.

 

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