A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma
1. Il panico non è pericoloso
2. Il panico finisce sempre
3. L’esposizione alle situazioni che vi spaventano diminuisce l’ansia e l’evitamento l’aumenta
1. Gli attacchi di panico non sono pericolosi: In tutta la vasta letteratura sul panico, non è riportato nemmeno un singolo caso di qualcuno che sia morto, diventato pazzo o che abbia perso il controllo durante un attacco. Subito dopo, magari, potreste sentirvi stanchi, ma non avrete subìto alcun danno.
2. Il panico passa sempre: Basta un po’ di tempo perché l’attacco di panico finisca. Il panico a un certo punto finisce, sempre, e voi tornate sempre normali. In effetti, per loro stessa natura gli attacchi di panico sono molto brevi. Di per sé durerebbero appena pochi minuti. Se durano di più, significa che state facendo qualcosa che li mantiene. Ciò che fate per mantenerli ha a che fare con il vostro modo di considerare gli attacchi stessi; li interpretate come molto più pericolosi di quanto in realtà non siano. In particolare il pensiero “catastrofico” vi porta ad avere attacchi di panico. Essere catastrofici significa saltare subito alle conclusioni peggiori possibili, senza avere prove sufficienti. La catastrofizzazione è altrimenti detta pensiero “e se..?”: “E se fosse un attacco cardiaco?”, “E se il panico non finisse mai?”, “E se fosse un esaurimento nervoso?”, “E se perdo il controllo e mi butto giù dall’alto?”, “E se soffoco fino a morire?”, “E se cado a terra e faccio una figuraccia terribile?”
3. L’esposizione ai sintomi e alle situazioni che temete diminuisce il panico, l’evitamento, al contrario, lo mantiene: L‘ansia che provate nel momento in cui uscite da una situazione è più o meno la stessa che proverete la prossima volta in cui ci entrerete.
Per esempio, mettiamo che abbiate paura dei centri commerciali. Entrate in uno di essi, avete un forte attacco di panico e scappate quando la vostra ansia è al culmine, supponiamo, quando è pari a 80 su una scala da O a 100. La prossima volta che entrerete in un centro commerciale la vostra ansia sarà già a 80, lo stesso livello in cui era quando siete usciti la volta prima.Ora ipotizziamo che al posto di andarvene durante l’attacco di panico, rimaniate all’interno del centro commerciale. Anche se non fate nulla per controllare l’ansia, alla fine diminuirà perché basta un po’ di tempo affinché un attacco di panico termini.Se rimanete nello stesso posto finché l’ansia scende, supponiamo intorno a 20 su una scala da O a 100, la prossima volta che andrete in un centro commerciale essa sarà circa a quota 20. Il suo livello, quando vi allontanate da una situazione, è lo stesso che proverete la volta successiva. Fa eccezione il caso in cui si aspetta molto tempo prima di rientrare nella stessa situazione. Se ricominciate a evitare i centri commerciali, la vostra ansia può lentamente crescere nel tempo.
Tratto dal testo:
“Trattamento cognitivo-comportamentale della depressione“, J.S.Klosko, W.C. Sanderson (cap. 3 Techiche comportamentali per la gestione degli attacchi di panico), Mc Graw Hill, 2001