Articolo tratto dal sito: https://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3199028444
Milano, 9 apr. (Adnkronos Salute) – Il cuore accelera all’impazzata, il respiro arranca, gambe e braccia formicolano. Davanti agli occhi passano scene gia’ viste o vissute, e lo stress si amplifica in un incubo ‘full time’. E’ un tunnel senza apparente via d’uscita quello in cui rischiano di scivolare le popolazioni colpite dal terremoto d’Abruzzo, dove la terra continua a tremare e il fiato resta sospeso. A fotografare i sintomi e’ la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttore dell’Uiap (Unita’ italiana attacchi di panico) presso la clinica Paideia di Roma. Per le vittime del sisma la centesima scossa e’ identica alla prima, assicura l’esperta all’ADNKRONOS SALUTE, perche’ ogni volta che il sismografo impazzisce l’adrenalina sale.
“Ma in queste situazioni – avverte Vinciguerra – lo stato percettivo si altera anche senza scosse. Basta un oggetto che cade, o qualcosa che si muove velocedavanti a se’, per scatenare la tensione e una sensazione di pericolo che non lascia tregua, 24 ore su 24″, puntualizza. “Palpitazioni, senso di soffocamento, parestesie, fortissime vertigini, sudorazione eccessiva” sono le manifestazioni piu’ tipiche del panico da terremoto. “Per chi l’ha vissuto direttamente scatta poi un meccanismo di rivisitazione” del trauma appena subito e non ancora rimosso, aggiunge la specialista: “Una sorta di ‘déja vu’ che innesca il circolo vizioso”.
E a patire gli effetti psicologici della terra che trema non sono soltanto gli abruzzesi, ricorda la psicoterapeuta romana. “Qui davanti a me – racconta – ho una paziente che dorme da tre notti sdraiata sul divano, con la valigia pronta” orientata “dalla parte delle scale”. Perche’ anche l’ascensore in questi casi terrorizza.
Al panico da scossa si reagisce in due modi, prosegue Vinciguerra. “C’e’ chi all’enorme carico di stress risponde con la fuga, cercando di allontanarsi dal luogo dove si trova e dove sente di essere piu’ in pericolo – evidenzia la psicoterapeuta – e c’e’ chi all’opposto dorme in auto sotto casa, perche’ allontanandosi si sentirebbe perso nel vuoto e solo”, dice.
Ma cosa rimane dopo il panico: il trauma ‘graffia’ l’anima e se ne va, oppure la ferisce nel profondo per non abbandonarla piu’? “Questo sara’ tutto da vedere – risponde la specialista – gli effetti dello stress accumulato in queste ore potranno essere valutatati appieno quando la terra, finalmente, si fermerà“. Perche’ “proprio come succede in caso di morte improvvisa, e’ solo una volta finita l’emergenza che si prende davvero coscienza di quanto e’ accaduto”.
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