Rinascere dopo aver vissuto un abuso da parte di un narcisista

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

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Nell’articolo di oggi vi riporto la traduzione di un’ intervista letta sul blog Narcissism and Relationships Blog di Melanie Tonia Evans, https://blog.melanietoniaevans.com/, un’esperta australiana in tema di abuso narcisistico che ha sviluppato un vero e proprio programma di aiuto per vittime di abuso narcisistico, denominato NARP (Narcisissistic Abuse Recovery Program, https://www.melanietoniaevans.com/services/narc-abuse-recovery.htm), che consta di ebook e cd audio.

L’intervista riguarda la storia di Jessica e del suo coinvolgimento ossessivo con un narcisista. La storia di Jessica è particolarmente interessante poiché riflette la condizione di molte donne che, pur non avendo una vera e propria storia sentimentale con un uomo narcisista, possono comunque esserne ‘abusate’ e ‘ossessionate’ anche a distanza, tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Ho pensato di tradurre questo contributo poiché credo che potrà essere utile a molte donne e uomini che si riconosceranno nella medesima condizione e magari potranno finalmente decidere di chiedere un aiuto specializzato in merito, per riprendere in mano la loro vita.

Buona lettura

Jessica, puoi gentilmente condividere la tua storia di abuso narcisista?

La prima volta che ho posato gli occhi su un narcisista ero al college e lui stava lavorando come assistente al dormitorio. Mi capitava spesso di avvicinarmi a lui e ne sono stata subito attratta, ne ero affascinata in modo strano, molto più che fisico, e per qualche motivo ho immediatamente sentito che eravamo in sintonia. Ero così attratta da quest’uomo che alla fine ho preso il coraggio di parlare con lui tramite un nuovo social network famoso al campus in quel periodo. Abbiamo chiacchierato molto via internet, era come se non fossi spaventata di essere me stessa perché il computer celava la mia identità. Abbiamo “chattato”spesso di notte. Mi sono sentita subito coinvolta, ignorando i campanelli d’allarme che hanno cominciato a richiamare la mia attenzione dopo che abbiamo iniziato a chattare.

Jessica, quali erano questi ‘campanelli d’allarme’ che hai notato mentre chattavi con lui?

Lui era pieno di sé e critico verso gli altri, anche con la sua famiglia e gli amici. Si comportava come se fossero tutti inferiori a lui. Era dispotico e spesso si rifiutava di lasciarmi riattaccare il telefono o spegnere il computer e andare a dormire, mi attaccava costantemente o si arrabbiava con me per le cose che facevo, fino al punto che “camminavo sulle uova” per non farlo scattare. Spesso mi chiedeva di inviargli mie foto osé anche se mi rifiutavo ripetutamente, dicendomi che lo avrei dovuto fare se tenevo a lui. Ogni volta che vedevo  N (il narcisista) all’interno del campus venivo ignorata da lui, mi spezzava il cuore ogni giorno. Tornando al dormitorio ricevevo suoi messaggi in cui mi chiedeva della mia giornata dicendomi che mi stava pensando. Questo era molto spiazzante considerando che mi era passato davanti senza dire “ciao” cinque minuti prima. Quando gli chiesi perché non mi salutasse o non mi parlasse nel campus, lui mi rispose che per il momento voleva tenere privata la nostra relazione e vedere come si sarebbe poi evoluta. Anche se non mi faceva stare “bene”, ho continuato la storia con lui, vedendolo ogni giorno nonostante mi ignorasse e chattando con lui durante la notte.

Come ti sei sentita e quali effetti ha avuto questo su di te?

I miei voti hanno cominciato a peggiorare, così come le mie relazioni con amici e coinquilini. Non passavo più del tempo con loro di sera dopo la fine delle lezioni; stavo nella mia camera  e chattavo con lui tutta la notte, rinunciando a dormire. Durante il giorno ci messaggiavamo sempre. Spesso ignoravo la gente che avevo intorno e mi chiudevo ad altre esperienze, così da diventare sempre più ossessionata dallo strano rapporto che avevo con lui. Avrei implorato pur di avere la possibilità di una vera relazione con lui, ma lui mi avrebbe denigrato e mi avrebbe illuso ripetutamente. Ero attaccata alla speranza e a come lui mi “avrebbe fatto sentire” con questa speranza, più che alla realtà che questo sarebbe realmente accaduto. Cominciavo ad avercela con lui e decisi di valutare anche altre opportunità, così finii con l’uscire con qualche ragazzo. Ma il narcisista era sempre nella mia testa come un “richiamo” incessante che faceva fallire le mie relazioni.

Jessica, quale intensità ha avuto questa relazione e quanto è durata?

Sentivo di amare autenticamente e profondamente quest’uomo che, nel vero senso della parola, non mi concedeva tempo durante il giorno. Mi sono incontrata per caso con lui in alcuni locali due volte e lui mi ha parlato. Entrambe le volte il giorno successivo mi ha ignorato quando volevo parlare della notte precedente. Spesso non mi parlava, qualche volta anche per settimane, nemmeno on line o per telefono e questo,  con il passare dei giorni, mi stava spezzando il cuore come quando mi mettevo in contatto con lui e non ricevevo risposta. La mia vita era un vortice in cui venivo presa e scaricata, ancora e ancora. Ero sempre lì per lui. Lui sapeva ogni volta che quando voleva ricominciare a giocare, tutto quello che doveva fare era inviarmi un messaggio ed io ero lì di nuovo. Questo circolo vizioso è durato 7 anni. Non avevamo mai una vera relazione e, a parte le poche volte che mi sono incontrata casualmente con lui, tutte le nostre comunicazioni erano via internet o al telefono.

Fedele al modo di fare narcisista – lui ti accusava per “cose” che non lo riguardavano?

Venivo rimproverata sempre per cose che non lo riguardavano. Mi definiva inaffidabile, diceva che meritavo il trattamento che mi veniva riservato per il fatto di essere uscita con altri ragazzi, e che se avessi tenuto a lui avrei acconsentito a pratiche sessuali che non mi facevano sentire a mio agio. Per il fatto di essermi rifiutata di fare ciò che lui mi chiedeva, non ero “degna”di lui. Commentava negativamente anche il mio aspetto, il mio umorismo, la mia personalità e perfino il mio linguaggio.

Cosa è successo a quel punto nella tua vita?

Ero molto depressa, con il cuore a pezzi ed ho iniziato a bere pesantemente, il che mi ha causato problemi lavorativi fino al punto di venir licenziata dal mio primo lavoro dopo il college. Le cose andavano così male che tutto quello che mi interessava era la birra che avrei bevuto quella sera. Avrei bevuto fino a svenire, perché significava non dover pensare a lui e al dolore che stavo patendo. Divenni promiscua, come “vendetta” per come mi aveva trattato, ed iniziai a dormire con chiunque mi desse attenzioni così da sentirmi dopo ancora più a disagio. Il narcisista mi diceva che ero una brutta persona e che nessuno mi avrebbe amato perché ero inutile e indegna. Lui si interessava al mio doloroso passato scavando alla ricerca di informazioni dicendomi che se volevamo stare insieme io mi sarei dovuta aprire con lui. Voleva sapere tutto di me e delle mie origini. Per quanto male mi facesse, gli ho rivelato il mio dolore più profondo – che avrebbe usato più tardi contro di me. Mi diceva di essere l’unico a cui importava di me, che era colpa mia se non stavamo insieme perchè avevo rovinato tutto. Quando parlavo delle cose che mi piacevano, lui le denigrava – erano stupide, i programmi tv erano stupidi, quella canzone era stupida e quel cibo disgustoso. Nulla di buono usciva dalla sua bocca – nulla di buono sulla sua famiglia o sugli amici e assolutamente nulla di buono sulle sue relazioni passate. Il mio obiettivo era diventato avere l’approvazione di quest’uomo. Tutto quello che facevo era per lui, desiderosa di meritare finalmente il suo amore e la sua accettazione…e questo non succedeva mai. L’unica cosa che volevo al mondo era che lui mi desiderasse realmente. Lui mi diceva di essere migliore di me – ma per me non c’era nessuno migliore di lui. Ero così soggiogata da essere d’accordo con lui. Ho provato ardentemente ad essere ciò che voleva che fossi, ma la posta in gioco era sempre più alta e la mia vita era sempre in costante tensione per qualcosa che non avrei mai raggiunto.

Hai avuto un  valido supporto, un “angelo” nella tua vita. Chi era questa persona?

In tutta questa esperienza c’è stata una solida presenza nella mia vita, una persona che è rimasta sempre con me. Era un mio amico dall’età di 12 anni, uscivamo insieme al liceo. Siamo rimasti amici durante tutta questa relazione. Era la spalla su cui piangere, la persona su cui fare affidamento, quello su cui appoggiarsi nei momenti belli e in quelli brutti. Le uniche volte in cui mi sentivo bene era quando stavo con lui. Il suo senso dell’umorismo era come il mio e tutto il divertimento che avevamo insieme mi faceva dimenticare, temporaneamente, l’enorme carico di dolore che provavo nel mio cuore ogni giorno. Dopo un po’, quando ho cominciato ad allontanarmi dal narcisista e a vedere più nitidamente, i sentimenti per il mio amico sono iniziati a tornare, e presto abbiamo ricominciato ad uscire insieme. Dopo un po’ ho realizzato che era l’uomo con il quale volevo passare la mia vita e ci siamo sposati.

C’è stato dell’altro con il narcisista?

Si! Una volta che il narcisista ha capito che ero nuovamente felice, mi ha corteggiato. Non è passato molto che ne sono stata risucchiata, rimanendo in bilico tra la relazione con il mio fidanzato e “l’amicizia” con il narcisista. Non stavo sacrificando la relazione con il mio compagno per il narcisista, ma tenevo abbastanza a quest’ultimo da volerlo nella mia vita. Pensavo a lui come al migliore amico che avessi mai avuto e il pensiero che lui non fosse nella mia vita era qualcosa che non saprei descrivere. La verità è che ero ancora molto legata a lui. Il narcisista spesso mi “prendeva in giro” dicendomi che saremmo usciti e poi negandosi all’ultimo  momento, incolpandomi successivamente per qualche ragione. Mi elencava tutte le motivazioni per le quali non valevo abbastanza perchè lui trascorresse del tempo con me. L’abbandono ufficiale è iniziato quando il narcisista ed io abbiamo pensato di incontrarci e lui senza motivo mi ha attaccato dicendomi che non sarebbe uscito con me mai più. Ha smesso di rispondere ai miei messaggi per quattro mesi. Ero così legata che lo implorai di smettere di negarsi. L’ho implorato di parlarmi. Mi sono scusata, l’ho chiamato con le lacrime agli occhi, scusandomi per tutto ciò che di sbagliato avevo fatto. L’ho implorato “per favore parla con me!”. Gli ho detto che ciò che stava facendo era crudele ed era incredibile quanto dolore mi desse. Ogni chiamata, ogni messaggio e email nei quattro mesi sono rimasti senza risposta.

Stavi soffrendo per l’intensa astinenza dalla dipendenza da lui – come ti sentivi?

Quei quattro mesi mi hanno quasi uccisa. Stavo male mentalmente e volevo morire. Temevo di restare sola con i miei pensieri ed ero molto distaccata dal mio fidanzato, dagli amici e da chiunque fosse nella mia vita. Mi ricordo che singhiozzavo ogni giorno. Ero molto depressa ed sono andata dal dottore per pregarlo di darmi qualcosa che mi facesse stare meglio. Mi ha prescritto degli antidepressivi e due farmaci ansiolitici. Mi sentivo impazzire. Come può farti sentire così orribile una persona con cui non hai mai avuto una relazione reale? Ero così vuota dentro ed ero così imbarazzata nel cercare l’aiuto di un professionista del quale invece avevo così disperatamente bisogno. Ho iniziato a cercare nei forum e ne ho trovato uno per vittime di abuso emotivo. Ho iniziato a scrivere su quel forum, ma sentivo che nessuno poteva veramente comprendere cosa stavo attraversando. Quando trascorrevo una buona giornata e lo scrivevo, seguivano immediatamente i commenti degli altri che dicevano che quel sentirsi bene era illusorio e che ci avrei messo molti anni per riprendermi. Vedere tutte queste persone scrivere di quanto ancora fossero distrutte dai loro abusatori, anche anni e decenni più tardi, mi faceva sentire persa. Non potevo credere che questo fosse il mio destino ed ero disperatamente alla ricerca di un’altra via d’uscita.

Jessica, quale è stato il punto di svolta nella tua vita?

Un giorno una ragazza ha postato nel forum uno dei tuoi video di youtube, Melanie, ed io l’ho visto. Ho subito capito che quella era la riposta che stavo cercando. Non avevo mai sentito (parlare) di abusi narcisisti e quando ho visto il video è come se si fosse sollevato un peso enorme. Tutto quello che ho ascoltato nel video sarebbe potuto uscire dalla mia bocca. Ho subito iniziato a cercarti, Melanie, a leggere tutti i tuoi articoli, ad ascoltare le trasmissioni radiofoniche. Sapevo che l’unica cosa con la quale mi dovevo confrontare era la decisione di interrompere qualsiasi contatto con lui. Nel frattempo il narcisista aveva deciso che era il momento di far parte nuovamente della mia vita, e sebbene glielo lasciassi fare, mi sentivo molto più sicura e meno dipendente da lui. Finalmente, nel marzo 2013, dopo sette anni di puro inferno, sentendomi molto più forte, ho preso la decisione  definitiva di interrompere tutti i contatti. Sapevo che era la cosa più difficile che avessi mai fatto, ma anche che era qualcosa che dovevo fare. Volevo indietro la mia vita. Rivolevo la mia vivacità. Volevo essere una brava moglie per quello che sarebbe diventato mio marito, l’unica persona che mi ha amato incondizionatamente e che mi è rimasto accanto durante l’abbandono, la depressione e l’inferno emotivo che vivevo ogni giorno.

Cosa è successo quando hai interrotto tutti i contatti con il narcisista e ti sei totalmente impegnata per guarire le tue ferite interiori?

La prima settimana è stata esattamente come immaginavo che fosse. Ero spesso così spaventata da non poter uscire dal letto. Giorno dopo giorno sentivo il dolore e la paura scorrere via dal mio corpo – il dolore e la paura che erano state con me fin dall’infanzia, prima del narcisista e tutto il dolore connesso con il narcisista – ed ho iniziato a sentirmi sempre meglio. La sofferenza mi ha abbandonato e sono finalmente arrivati i pensieri positivi.

Jessica, in che modo ti sei impegnata per ‘rinascere’?

Giorno dopo giorno ho lavorato al tuo programma NARP (Narcisissistic Abuse Recovery Program, https://www.melanietoniaevans.com/services/narc-abuse-recovery.htm) e continuo a seguirlo. Ho aperto un blog per me stessa per scrivere ogni volta che mi sentivo “a terra”. Ho imparato come non entrare nella mia mente tentando di analizzare il dolore – sapendo che questo avrebbe dato al mio ego la possibilità di biasimarmi – così da lasciar uscire le emozioni, accettandole. Tenevo sempre un piccolo quaderno nella mia borsa per lo stesso motivo, per tirare fuori le mie emozioni e accettarle, questo è stato più potente ed efficace per me di quanto qualsiasi altro forum avrebbe potuto fare, e, insieme al processo di guarigione tramite il modulo NARP, riuscivo a controllare  il mio dolore e le idee sbagliate su me stessa e sulla mia vita una per una. Non ci volle molto tempo perché mi sentissi così bene da lasciare il farmaco che mi era stato prescritto e sentirmi ancora più meravigliosa e libera senza. Ho trovato facilmente la forza di cancellare il numero di telefono del narcisista, il profilo facebook, l’indirizzo di casa, Twitter ed ogni cosa che potesse usare per contattarmi. Dal momento in cui sono guarita non ho avuto più voglia di avere contatti o di trattenerlo ancora – (questo) senza (provare) rabbia, dolore o qualsivoglia risentimento. Ero grata per il dono che lui mi aveva fatto – portandomi finalmente alla guarigione delle mie ferite più profonde.

Jessica, quali sono le ragioni che hanno condotto il narcisista nella tua vita, da quel che hai iniziato a capire?

Ho iniziato a comprendere che il narcisista è entrato nella mia vita per guarirmi dal mio passato, dalla mia codipendenza e specialmente dalla relazione con mia madre. Non mi ero mai sentita abbastanza per nessuno perché è così che mi ha fatto sentire mia madre. Mia madre era distaccata, critica, distruttiva e non disponibile. Lei ha vissuto una relazione narcisista con se stessa. Mia sorella era la figlia favorita. Da bambina mi sentivo sovrappeso, non attraente, presa di mira da mia madre. Mio padre era un alcolizzato. Lui ha sposato una donna che non mi ha fatto rimanere a casa loro. Quando li andavo a trovare ero autorizzata a relazionarmi dal cortile di casa e mi sentivo come un animale. Tutta l’attenzione che ho avuto da mio padre mi è stata data secondo le sue condizioni. Mi sono aggrappata ad ogni gesto d’interesse che mi rivolgeva e volevo che mi portasse via per fuggire da mia madre, ma lui non l’ha mai fatto. Ciò che ho compreso e mi ha profondamente guarito attraverso il mio percorso di rinascita  è stato che il narcisista è arrivato nella mia vita esattamente per riflettere le ferite che avevo già, per farmi toccare il fondo, per farmi guardare dentro e realizzare che ero e sarei potuta diventare tutto ciò che desideravo essere. Quando mi sono resa conto di tutto il dolore e la paura che erano imprigionati nel mio corpo – tutta l’angoscia, lo spavento e lo squallore della mia infanzia – sono stata capace di capire, provare e reclamare la verità per me stessa. E’ diventato un qualcosa di naturale per me – che non ero stata mai capace di provare e conoscere prima.

Come leggi ora la tua esperienza di abuso narcisista?

La mia esperienza narcisista è successa per una ragione. E’ stato un regalo. Mi ha dato il dono di me stessa. Quando l’ho capito, le lacrime hanno cominciato a solcare il mio viso per la prima volta in vita mia e mi sono sentita sana. Non dimenticherò mai quel giorno e le sensazioni. E’ stata la più grande emozione che avessi mai provato. Mi sono sentita completa, come fosse tornato il colore.  E’ stata come la scena nel Mago di Oz dove si passa dal bianco e nero al technicolor. Era pura gioia, beatitudine, amore, ordine. Giorno dopo giorno, anche ora, mi sento sempre più forte e le emozioni sono sempre più intense. Mi sono sposata nell’ottobre 2013. Mio marito è la migliore persona che abbia mai conosciuto. Mi sento così fortunata ad aver incontrato un partner così amabile, che mi sostiene, mentalmente sano e mi ama per ciò che sono da volermi rimanere accanto nei momenti più bui della mia vita. Lo adoro e lui mi adora. Questo è amore vero. Guardando indietro, sono così stupita e orgogliosa di me stessa per tutta la strada percorsa, dopo essermi sentita così distrutta, dipendente, inerme, così inutile e così seriamente malata. Sono grata a te Mel e alla comunità di recupero NARP per essere stati un gruppo di sostegno così straordinario. Sono andata così a fondo nell’abuso narcisista da credere che se sono potuta guarire seguendo il programma NARP, quello che ho fatto, lo può fare chiunque. Sono letteralmente andata negli abissi e poi in cielo e, posso assicurarti che la vita da “Rinata” dopo un abuso narcisista è mille volte meglio di come era anche prima dell’abuso narcisista. Se “scavi” e guarisci le tue ferite più intime.

 

Ringrazio la Dott.ssa Maria Luisa Capocchia per la collaborazione nella traduzione del testo

 

Riferimenti

Questa intervista in lingua originale è on line su:

https://blog.melanietoniaevans.com/thriving-after-narcissistic-abuse-story-13-jessica/?utm_source=New+Life&utm_campaign=6c8e8c134c-NL_2014_March_26_Jessica_Thriver_Story&utm_medium=email&utm_term=0_005709a593-6c8e8c134c-407470261

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