A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
“Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un’emozione. Chi sia padrone di sé può porre termine a una sofferenza con la stessa facilità con cui inventa un piacere. Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle”. Oscar Wilde, da “Il ritratto di Dorian Gray”
La nostra vita è un “continuum” di emozioni di intensità molto variabili: dalle più leggere, quasi impercettibili, a quelle più intense. Secondo l’approccio cognitivo-comportamentale, l’emozione rappresenta una “reazione” ad uno stimolo ambientale, di breve durata, che provoca cambiamenti a tre diversi livelli: psicologico, comportamentale, fisiologico.
Il primo sistema, detto psicologico, comprende i resoconti verbali relativi all’esperienza soggettiva, come ad esempio: “ho provato una intensa sensazione di rabbia quando ……”.
Il secondo sistema, denominato comportamentale, riguarda invece le manifestazioni motorie dell’emozione, come ad esempio il comportamento di evitamento, di avvicinamento, di attacco e la fuga ecc., e le modificazioni dell’atteggiamento posturale e dell’espressione facciale.
Infine, vi è il livello fisiologico, prevalentemente rappresentato delle modificazioni fisiche: alterazioni della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, dell’irrorazione vascolare facciale (l’arrossire), l’aumento della sudorazione delle mani, o le modificazione del ritmo respiratorio.
Nessuno di questi tre sistemi (psicologico, comportamentale e fisiologico) è prioritario rispetto agli altri, ma piuttosto ognuno risulta strettamente connesso agli altri in una globale risposta emozionale.
Al giorno d’oggi parliamo sempre e tanto di emozioni, utilizziamo costantemente gli “emoticons” per esprimere e condividere i nostri stati d’animo con chi ci è distante, ma molto raramente riusciamo ad entrare in contatto con il nostro mondo emotivo.
Non possiamo di certo trascurare l’importanza delle emozioni nella nostra vita, basti pensare che se la razionalità occupa il dieci per cento del nostro emisfero cerebrale, la restante parte è data da emozioni e sentimenti. La repressione delle emozioni, che un tempo era prerogativa dell’uomo, sta estendendosi a donne e bambini provocando stress, problemi psicologici, malattie psicosomatiche, dipendenze da alcool, cibo, fumo,droghe, sesso, shopping, gioco.
Ricordiamoci che le emozioni sono un’importante modalità di conoscenza di noi stessi e degli altri. Se vogliamo gestirle, dobbiamo accettarle ed esprimerle correttamente.
Mediamente dovremmo provare 120 emozioni al giorno ed invece siamo consapevoli di quattro o cinque emozioni, di solito, sempre negative.
La nostra cultura, fondata sull’autocontrollo, penalizza la nostra parte emotiva.
E’ stato dimostrato, infatti, che sono molto diffuse tra la gente le seguenti idee errate sulle emozioni che sono:
1. C‘è un modo giusto di sentirsi in ogni situazione;
2. Far sapere agli altri che sto male è segno di debolezza;
3. Le emozioni negative sono nocive e distruttive;
4 .Essere emozionati significa aver perso il controllo e quindi essere deboli;
5. Alcune emozioni sono veramente stupide;
6. Le emozioni dolorose non sono importanti e dovrebbero essere igno-rate;
7. Se dimostro ciò che sento, gli altri si approfitteranno di me.
E’ fondamentale riuscire ad entrare in contatto con il proprio mondo emotivo poiché le nostre emozioni ci guidano nell’affrontare situazioni e compiti troppo difficili perché possano essere affidate al solo intelletto. Ogni emozione ci guida all’azione in modo caratteristico, ci orienta in una direzione già rivelatasi proficua per superare le sfide ricorrenti della vita umana.
E’ normale e sano provare sentimenti negativi quali rabbia, ansia, tristezza; tali sentimenti possono diventare guide preziose per noi e spingerci a prendere le decisioni più opportune, ma è fondamentale che i sentimenti negativi molto intensi non sfuggano al controllo spazzando via tutti gli stati d’animo piacevoli.
Nel momento in cui ci sentiamo travolti da un’emozione è fondamentale riconoscere se siamo in grado si gestirla da soli o abbiamo bisogno dell’aiuto di uno psicologo che ci aiuti a farlo.
Se l’emozione che ci pervade è blanda e non interferisce in maniera significativa con lo svolgimento delle nostre attività quotidiane (famiglia, lavoro, tempo libero) probabilmente possiamo cavarcela benissimo da soli utilizzando alcune strategie:
– Riconosciamo quanto prima gli episodi che scatenano i nostri stati d’animo negativi: L’ideale sarebbe riuscire a coglierli non appena cominciano a suscitare in noi sentimenti negativi
– Se possibile, cerchiamo di intervenire sugli eventi che ci suscitano emozioni negative: Questa strategia può essere utilizzata solo su quegli eventi sui quali esercitiamo una qualche forma di controllo e ai quali possiamo porre rimedio tramite l’azione.
– Fermiamoci sui pensieri che alimentano i nostri stati d’animo, mettendoli in discussione:
Uno scoppio d’ira o un attacco d’ansia possono essere scatenati dalla prima valutazione di un evento; le successive valutazioni, fatte a ‘mente un po’ più fredda’ possono aiutarci a ridimensionare la portata dell’evento e a mitigare il nostro stato d’animo.
– Distraiamoci: Le distrazioni invece possono spezzare la catena dei pensieri che perpetuano e alimentano i nostri stati d’animo negativi. Se siamo depressi distraiamoci concedendoci qualcosa che sia veramente piacevole per noi (che sia una mousse al cioccolato o uno spettacolo che tanto desideravamo vedere). Se ci sentiamo ansiosi o arrabbiati cerchiamo qualcosa che riesca a farci sentire ‘rilassati’ e a scaricare la tensione in eccesso che sentiamo (rilassamento, attività fisica piacevole).
Un altro metodo per distrarsi è quello di occuparsi degli altri: pensare per un po’ alle difficoltà delle altre persone può aiutarci a sdrammatizzare i motivi che sono alla base delle nostre sensazioni negative.
– Ricordiamo che non siamo degli oggetti passivi di fronte agli accadimenti della vita: Ognuno di noi è in grado, quasi sempre, di modificare le cose in suo favore. Se lo vogliamo davvero, con pazienza e impegno, possiamo modificare il corso della nostra vita. In questo senso le emozioni possono rivelarsi guide preziose per noi e spingerci a prendere le decisioni più opportune
Riferimenti bibliografici:
“Il Manuale del Ben-essere”. A cura di Maria Cristina Strocchi
“Come controllare le emozioni negative”. Articolo a cura di Luigi Mastronardi
in https://www.psicologiaonline.net/index.php?show=554&pageNum=0
La Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma, riceve privatamente su appuntamento
Per contatti:
https://psicologoinfamiglia.myblog.it/list/contatti/contatti.html
flaviana schirru says:
tutto cio che ho letto sulle emozioni le concordo,meno una,;nn posso starmene seduta sul divano tranquillamente a mangiare qualcosa che mi piace se la mia emozione è fatta di rabbia o di ansia.io devo uscire incontrare la xsona che in qualche modo mi fa sentire emtivamene male e chiarire tutti i malintesi,solo allora le mie emozioni passano da negative a positive,e solo dopo aver chiarito posso rilassarmi e gustarmi tutto ciò che più mi piace.forse sbaglio xchè se nn chiarisco poi mi sento ancora peggio.