A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa a Roma
Attualmente sempre più psicologi e psicoterapeuti si confrontano con famiglie che entrano in crisi a seguito della scoperta dell’omosessualità del proprio figlio/a e con figli omosessuali che non sanno come rivelare la propria condizione ai genitori.
La scoperta da parte dei genitori di avere un figlio/a gay può essere in alcuni casi un evento traumatico e difficile. Nessun genitore, quando gli nasce un figlio, pensa che potrà essere “diverso” nelle sue tendenze sessuali.
Ogni genitore si impegna per allevare al meglio il proprio figlio e dargli le regole di vita per essere accettato in famiglie e nella società, a volte i genitori proiettano speranze e sogni irrealizzatI sui figli, fino a che arriva un giorno in cui arriva la rivelazione: “ Mamma e papà devo dirvi una cosa: sono omosessuale!”. Da qui ha inizio un periodo difficile e doloroso per tutti i membri del sistema familiare; diverse le emozioni in gioco dei genitori: la rabbia, la colpa e più difficile di tutte, la volontà di accettare questi nuovi figli diventati un po’ “stranieri” in casa loro.
Anche per i ragazzi è un momento di grande difficoltà: non a caso tra i motivi più frequenti che spingono una persona omosessuale a chiedere l’aiuto di uno psicologo vi sono proprio quelli legati alla sua famiglia d’origine. Ricordiamoci che l’essere accettati dai propri familiari è uno dei bisogni primari di ogni altro individuo e anzi, l’appoggio dei propri familiari è fondamentale per riuscire ad affrontare le difficoltà di una società che li rifiuta e che ha ancora molti pregiudizi nei loro confronti.
Sicuramente se l’essere genitori è di per se un compito difficile lo è ancora di più esserlo di ragazzi omosessuali poichè il sistema famiglia si ritrova a dover fare i conti con una nuova realtà, di cui non sa molto.
In questa condizione genitori e figli sono accumunati da un’emozione: la paura.
I figli hanno paura di non essere accettati, i genitori hanno paura di accettare un figlio “diverso” dalle aspettative.
Molti genitori sono particolarmente influenzati dagli stereotipi e dai luoghi comuni che riguardano la sessualità, per cui possono reagire in modo imprevedibile: possono esprimere sentimenti di rabbia verso il figlio a causa del dolore che stanno provando, oppure possono sentirsi colpevoli della sua omosessualità e tentare in tutti i modi di “curarlo”, magari proponendogli la conoscenza di potenziali partner di sesso opposto, o cure psicologiche.
Il senso di fallimento e di colpa, così come sentimenti di vergogna e imbarazzo, possono spingere i genitori verso l’isolamento sociale e la chiusura, cosa che non migliora certo la condizione già critica in cui si trova il giovane; il ragazzo, da parte sua, sa che potrebbe verificarsi una reazione negativa a tale scoperta, per cui preferisce tacere sulla sua situazione omosessuale e prendere le distanze dal proprio nucleo familiare, magari decidendo di trasferirsi in altre città.
Cosa possono fare dunque i genitori di fronte a questa rivelazione? La cosa migliore che un genitore possa fare è anzitutto quella di documentarsi molto bene sull’argomento, evitando comportamenti impulsivi ed automatici, dettati dai pregiudizi e dalla scarsa informazione.
E’ poi molto importante chiedere l’aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta che sia di supporto per i genitori, che sappia fornire spiegazioni chiare e rispondere ai dubbi, che li aiuti a razionalizzare i loro timori, che li accompagni nel percorso di elaborazione della loro sofferenza e, obiettivo più grande, permetta ai genitori di giungere all’accettazione – non alla semplice tolleranza – del proprio figlio e al recupero del rapporto affettivo con questo.
E’ fondamentale che i genitori superino il sentimento di vergogna e si rivolgano ad un esperto che li supporti nella conoscenza di una realtà ignota che li spaventa e che la società tende a non comprendere, una realtà che va innanzitutto conosciuta per essere poi elaborata ed accettata.
Quale è la posta in gioco? Riconquistare il rapporto con i propri figli, che, seppur “diversi” da come erano stai immaginati, rimangono sempre figli, con i loro diritti, in primis, quello di essere amati nella loro unicità.
Genitori di ragazzi/e gay e percorsi di supporto alla genitorialità:
La Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa, organizza a Roma dei percorsi di supporto (individuale e/o di gruppo) per genitori di figli omosessuali la cui finalità è quella di informare e accompagnare i genitori nell’elaborazione dei sentimenti di sofferenza, impotenza, rabbia e colpa tipici di questa condizione al fine di uscire dall’isolamento e agire costruttivamente nel recuperare il rapporto con i propri figli.
Per informazioni contattare la Dott.ssa Francesca Saccà
chiamando il num. 3332520790
Oppure inviando una e-mail all’indirizzo [email protected]
vincenzo says:
Sposo in pieno il ragionamento pensato dalla dottoressa,i gay sono più cortesi dal punto di vista sociale.Inoltre bisogna dire che alla società odierna,fa davvero ribrezzo l’omosessuale considerandolo in una guisa molto spesso emarginante.Questo concetto può tuttavia,essere una lama a doppio taglio poichè nel contempo in cui si cerca di offuscare questo pensiero,il ragazzo potrebbe accorgersene e cosi appellarvi con il nome di razzisti.L’amore ha un’infinità di problemi,ma,hanno più problemi le coppie composte da maschio e femmina,a questo punto il vero amore è rapresentato dai gay.
vincenzo says:
Sposo in pieno il ragionamento pensato dalla dottoressa,i gay sono più cortesi dal punto di vista sociale.Inoltre bisogna dire che alla società odierna,fa davvero ribrezzo l’omosessuale considerandolo in una guisa molto spesso emarginante.Questo concetto può tuttavia,essere una lama a doppio taglio poichè nel contempo in cui si cerca di offuscare questo pensiero,il ragazzo potrebbe accorgersene e cosi appellarvi con il nome di razzisti.L’amore ha un’infinità di problemi,ma,hanno più problemi le coppie composte da maschio e femmina,a questo punto il vero amore è rapresentato dai gay.