La depressione infantile: segnali d’allarme e modalità d’intervento
A cura della Dott.ssa Eleonora Piacentini

Il fantasma della depressione infantile è stata per lungo tempo oggetto di misconoscimento da parte della comunità scientifica. Negli ultimi venti anni, tuttavia, il crescente interesse verso questa patologia ha permesso una sua legittimazione ed ha permesso di ridiscutere una serie di miti che avevano da sempre vincolato la materia. Tali errori di valutazione riguardavano l’idea che la depressione infantile non esistesse o che rappresentasse una variante fisiologica dello sviluppo psichico del bambino o che, addirittura, si potesse manifestare esclusivamente in forma “mascherata”, in modalità del tutto lontane da quelle tipiche della depressione in età adulta.
Identificare la depressione in un bambino è un atto di estrema delicatezza e di grande valore clinico: occorre innanzitutto essere cauti nell’affermare che la depressione infantile presenti caratteristiche sintomatologiche totalmente sovrapponibili a quelle di pazienti adulti…
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manu says:
Io sono nata negli anni 70.Lotto tutt’ora contro una depressione che oramai per me è una componente della mia persona,anzi più che lottarci,forse è meglio dire che ho imparato a conviverci senza farmi schiacciare,forse proprio perchè sono sicura di soffrirne,in base ai ricordi che porto di eventi ,sentimenti,emozioni, sin dalla più tenera età.
Con tutto il rispetto della categoria,non c’è psicologo o psichiatra che tenga, perchè sono fin troppo consapevole del mio vissuto,e so anche che se non fossi stata depressa avrei potuto avere una vita migliore e, anche se il passato è passato spesso, i segni lasciati da una brutta infanzia sono indelebili,perchè costruisci tutto:casa, famiglia, partner, lavoro, in base, non alla serena aspirazione ,che ti porta a concretizzare i tuoi desideri,ma in base alla tua depressione,che ti fa sentire limitato,escluso ,non in grado di…magari anche se non eri depresso avresti ottenuto le stesse cose,ma forse no…e allora vivi sempre col dubbio,col tormento,almeno a me capita così.Sicuramente bisogna dare atto agli specialisti di avere salvato molte persone dal suicidio,perche per molti la loro triste storia si chiude così,e non c’è da fare ironia.Molti pensano di avere tutta la colpa degli eventi traumatici vissuti, dei musi lunghi dei loro genitori, degli insuccessi scolastici, e decidono di suicidarsi;lo psicologo ti aiuta ad attribuire le tue sfortune alle circostanze sfavorevoli aiutandoti a liberarti da quel soffocante senso di colpa che può essere insopportabile e portarti a ricorrere a scelte estreme,questo si,e non è poco. Ma almeno per me,gli equilibri sono sempre precari,tendo molto a essere cupa.Ho specificato il periodo in cui sono nata,perchè allora,in una famiglia di operai, o nascevi dritta o nascevi storta,Nessuno si preoccupava di indagare quali potevano essere i tuoi disagi,le cause ed eventualmente un possibile lavoro di recupero.Gli esami ematici vanno bene,richiesti ripetutamente,l’elettrocardiogramma va bene,giusto deve dimagrire,dicono i medici,ma meglio che sta sul divano a mangiare in casa e non fuori a fare guai in fondo…allora se il check up è buono, che fare?Si va dal prete o dall’anziana a scacciare il malocchio e se non conta neanche questo mi sa che sei proprio cattiva sai? Nata a posta per darci dei grattacapi,Un invasata non figlia di dio e se muori al tuo funerale si piange non perchè sei morta ma perchè sei nata.Credo che la depressione infantile c è, nasca dalla situazine familiare e spesso non si vuole vedere perchè, a volte, proiettando i propri limiti su di un figlio si ci alleggerisce,perchè quei limiti non sono più tuoi…perchè se fossero tuoi sarebbe un peso troppo grande da sopportare…sono meccanismi di difesa inconsci finalizzati alla sopravvivenza che solo l’adulto è in grado di mettere in atto,il bambino no, il bambino sta lì in attesa di risposte dagli esseri onniscienti che l’hanno messo al mondo…grazie
Mauro says:
Quello che tu scrivi è molto bello. Avrei potuto scriverlo io ma la rabbia verso l’infanzia che ho dovuto avere, lo scempio quotidiano della serenità familiare che fin dalla culla ogni giorno ho dovuto sopportare, poi la bipolarità e i ricoveri a conferma che come dicevano i miei genitori, è colpa mia, son sempre stato cosi’, mi avrebbe dato troppa rabbia per poter razionalizzare quanto invece tu hai fatto, cioè che i loro limiti vengono proiettati sui figli.
Ora convivo e non mi sposero’, non voglio fare prole e continuare quella progenie, per colpa loro prendo 7 pastiglie al giorno e un sovrappeso che mi stigmatizza, ma me ne sono andato da quel posto per non farci piu’ ritorno.
So che il tempo e il motto: “lontano dall’occhio lontano dal cuore” sono dalla mia parte. Posso costruire la mia felicità pezzo per pezzo, ho gli strumenti e so quello che voglio e soprattutto quello che non voglio.
La depressione si vince col sano (e malsano) egoismo. Tanto shopping per tutti.
Mauro says:
Quello che tu scrivi è molto bello. Avrei potuto scriverlo io ma la rabbia verso l’infanzia che ho dovuto avere, lo scempio quotidiano della serenità familiare che fin dalla culla ogni giorno ho dovuto sopportare, poi la bipolarità e i ricoveri a conferma che come dicevano i miei genitori, è colpa mia, son sempre stato cosi’, mi avrebbe dato troppa rabbia per poter razionalizzare quanto invece tu hai fatto, cioè che i loro limiti vengono proiettati sui figli.
Ora convivo e non mi sposero’, non voglio fare prole e continuare quella progenie, per colpa loro prendo 7 pastiglie al giorno e un sovrappeso che mi stigmatizza, ma me ne sono andato da quel posto per non farci piu’ ritorno.
So che il tempo e il motto: “lontano dall’occhio lontano dal cuore” sono dalla mia parte. Posso costruire la mia felicità pezzo per pezzo, ho gli strumenti e so quello che voglio e soprattutto quello che non voglio.
La depressione si vince col sano (e malsano) egoismo. Tanto shopping per tutti.