Manipolazione emotiva ed effetto gaslight

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma

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Con il termine gaslighting si indica un insieme di comportamenti subdoli agiti dal manipolatore (gaslighter) nei confronti di una persona al fine di farle perdere la fiducia in se stessa, farla sentire sbagliata, renderla dipendente, fino a farla dubitare  della sua sanità mentale. Il contesto può essere quello di coppia, familiare, amicale e lavorativo. 

L’origine del termine è da ricercarsi in una produzione cinematografica del 1944, il vecchio film Gaslight  (in italiano Angoscia), in cui Ingrid Bergman sposa un uomo più anziano di lei che vuole farla impazzire per impadronirsi della sua eredità. Allora, oltre a farle scomparire degli oggetti dalla casa incolpandola, arriva ad abbassare il gas, negando che ci sia un calo di luce, in modo da farla sentire pazza. Lei diventa sempre più confusa e isterica. Nello stesso tempo è riluttante a incolpare il marito perché vuole essere amata.

Il film illustra bene il sottile meccanismo della manipolazione emotiva. E’ difficile riconoscere questo tipo di violenza: è insidiosa, sottile, non se ne percepisce l’inizio, a volte è scusata dalla stessa vittima; non si tratta di un’ira, che almeno è subito identificabile e magari oggetto d’immediata risposta, anche legale. 

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