A cura della Dott.ssa Francesca Saccà
Svariati sono i fattori di rischio nell’insorgenza del Disturbo di Panico, ecco i principali:
– Situazioni di grande stress fisico: (es. mancanza di sonno, malattie, lavoro usurante, uso di sostanze stupefacenti) e psicologico (es. stress sul lavoro, lutti, difficoltà relazionali, problemi finanziari, cambi di ruolo, malattie)
– Caratteristiche di personalità: consistenti essenzialmente in una sensibilità agli stimoli ansiogeni, che si manifesta in particolare con lo stile di pensiero catastrofico, con cui la persona dà un significato catastrofico ad un suo sintomo e/o sensazione fisica (morirò, sverrò, impazzirò, ecc.). La persona con pensiero catastrofico dunque comincerà ad avere paura dei suoi sintomi e a spaventarsi nel sentire la tachicardia, il respiro affannoso, il nodo in gola, la sudorazione, magari la nausea. Questi sintomi spaventano poichè inducono la persona a pensare di avere qualcosa che non và, addirittura appunto di poter avere un infarto, di morire, svenire, impazzire.Questo pensiero non fa altro che aumentare l’ansia ed autoalimentarla.
– Iperventilazione: consiste in una respirazione più rapida e profonda rispetto al fabbisogno d’ossigeno dell’organismo in un determinato momento
– Predisposizione genetica e familiarità: per cui i consanguinei di primo grado si trasmetterebbero la tendenza a rispondere con l’ansia a determinati stimoli
ungudugu says:
Uso ed abuso di farmaci portano sicuramente all’insorgere di determinati sintomi. Riguardo alla predisposizione, non credo ad una tendenza genetica ma più ad una familiarità. Purtroppo l’ereditarietà di certi comportamenti è un processo più dovuto ad una convivenza con modelli appresi più che ad una predisposizione genetica comunque non dimostrata. Certamente le correnti organiciste legano determinati fattori ad un processo organico ben preciso dovuto a cause interne, quando invece le cause sono quasi sempre esterne. Chi pensa di capire (di studiare) l’eziogenesi di un comportamento come se questo fosse la distorsione ad uno stimolo esterno non considera le situazioni molto diverse da valutare ed eventualmente correggere. Altrimenti si finisce per dare la pillola senza chiedersi il perchè, come molti fanno ricorrendo ad un certo tipo di farmacologia dai molti effetti collaterali più che dagli effettivi benefici.